La Cleptomania
Oggi cercheremo di sfatare alcuni miti riguardanti un disturbo mentale conosciuto come cleptomania e che ha a che fare con il piacere, l’abuso di sostanze e l’impulsività.
Molte persone hanno sentito parlare di cleptomania, ma non sanno bene che cos’è questo disturbo mentale.
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La cleptomania è una condizione in cui una persona spesso non può resistere all’impulso di rubare oggetti, anche se non sono realmente necessari per lei.
Questi furti possono portare a complicazioni professionali, emotive, legali e per alcuni anche familiari. Poco prima del furto, la persona diventa sempre più tesa. Dopo l’atto, tende a provare sollievo e piacere.
In questa condizione, il furto non è una vendetta contro qualcuno o la conseguenza di qualche sintomo psicotico.
Sfatiamo quattro miti su questo disturbo:
Mito numero uno:
Il furto è motivato dal guadagno finanziario. La verità è che le principali motivazioni per chi soffre di cleptomania sono il piacere e la tensione provata durante il furto, non le ragioni finanziarie.
La persona può rubare qualcosa di scarso valore o avere condizioni finanziarie che le consentono l’acquisto di quell’oggetto. Molte di queste persone doneranno, oppure restituiranno discretamente, lasceranno da parte o getteranno via l’oggetto dopo averlo rubato.
L’interesse della persona non era nel valore intrinseco dell’oggetto, ma nelle emozioni provate durante l’atto del rubare.
Mito numero due:
Il furto è pianificato. In questa condizione, il furto di solito deriva da un fallimento nel controllare un impulso e non è il frutto di un piano folle. La persona potrebbe anche non pensare molto alla possibilità di essere arrestata, anche se sa che l’atto è inappropriato o non ha senso.
In uno studio, è stato identificato che il 68% di un campione di persone che soffrono di cleptomania era già stato arrestato per furto, il che illustra le gravi conseguenze che questa condizione può portare nella vita di una persona.
Mito numero tre:
Un taccheggiatore è un cleptomane.
Mentre questo disturbo psicologico è meno comune, il taccheggio è più frequente. Circa il 20% delle persone arrestate per taccheggio potrebbe soffrire di cleptomania, ma il restante, probabilmente no.
Questi furti più comuni tendono ad essere pianificati e motivati dal valore finanziario dell’oggetto. Nel caso degli adolescenti, che vivono la fase in cui di solito appare questa condizione, il furto può anche essere un atto coraggioso per affermare se stessi o impressionare i coetanei.
Mito numero quattro:
La cleptomania è il piacere di rubare.
Le persone che vivono con la cleptomania di solito commettono furti e non rapine. Inoltre, sebbene ci possa essere una sensazione di piacere dopo il furto, il soggetto potrebbe andare incontro a sensazioni spiacevoli e dolorose. É comune per queste persone sentirsi in colpa, vergognarsi e disprezzarsi per ciò che hanno fatto. É anche comune per le persone con cleptomania sperimentare altri disturbi legati alla depressione, ansia o abuso di sostanze, che potrebbe anche aver motivato l’insorgenza dei furti.
Esiste un parallelo tra cleptomania e abuso di sostanze a livello cerebrale. Il primo furto di qualcuno che soffre di questa condizione, potrebbe essere stato accompagnato da una grande tensione. Dopo, la persona può provare piacere per aver ottenuto l’oggetto e sollievo per non essere stato scoperto. Queste emozioni positive, attivano il sistema di ricompensa del cervello, e inducono la persona a ripetere l’azione. In questo modo, si rafforza un’associazione tra emozioni positive e furto, che inducono la persona a commettere un nuovo furto.
Le persone che vivono in questa condizione, raramente la rivelano agli altri e sono disponibili a chiedere aiuto, tranne quando vengono arrestati o sottoposti ad un procedimento legale.
Se non trattata, la cleptomania può accompagnare la persona a lungo e portare grandi perdite. La psicoterapia può essere usata come cura. Il professionista deve capire la situazione di vita della persona e quali altri fattori, come dei disturbi mentali, possono influenzare il suo comportamento.
Buona giornata!
Monica De Santis
Life Coach
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