😈 La dissonanza cognitiva😈
Una delle caratteristiche principali con uno psicopatico è la facilità con cui si annoiano. Si annoiano subito di tutto. Nelle relazioni si annoieranno molto presto della vittima e con la noia arriva il momento in cui non vogliono più fare nessuno sforzo per mantenere la maschera. Non sono più disposti a tenere la maschera ideale nelle relazioni. Poi, arriva la fase di disprezzo o repulsione denigratoria in cui inizieranno a non avere più nessuna apparenza. È lì che la vittima inizia ad avere la dissonanza cognitiva.
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La dissonanza cognitiva è un meccanismo psicologico che ci permette di tenere coerenti i nostri sistemi mentali, che non abbiamo idee dissonanti perché questo genera un disagio psicologico. Pertanto, la vittima si trova ad affrontare due cognizioni dissonanti la prima è quella del buono rapporto, la parvenza di un buona relazione, di una persona buona che mi ama. Dall’altro lato, una serie di fatti e di comportamenti diversi che ti portano a pensare che il partner ci tradisce, non ci ama, ci sta ingannando.
Queste due cognizioni che sono incompatibili generano un disagio estremamente forte che porta la vittima in uno stato di evitamento permanente, di non sapere esattamente cosa aspettarsi.
Lo psicopatico è un angelo o un diavolo? È una brava persona oppure sto veramente con un sociopatico, narcisista o una personalità machiavellica?
Questo dilemma mantiene in uno stato di confusione e di paralisi. La vittima non sa che cosa aspettarsi e finisce per ritrarsi in se stessa. Infine, passa in uno stato di impotenza psicologica che li lascia bloccati. La dissonanza cognitiva dura fino a dopo la relazione perché dopo aver rotto, nella fase di abbandono la vittima è ancora soggetta a questo doppio legame.
Si tratta del doppio vincolo psicopatico, da una parte le dichiarazioni d’amore e i ricordi positivi della fase di idealizzazione e dall’altra parte tutto quello che la vittima ha sofferto durante la fase denigratoria in cui è stata sistematicamente insultata, umiliata e abusata. La vittima si trova paralizzata e non sa cosa fare e nemmeno cosa pensare. È nel dubbio se tutto ciò che ha vissuto con lo psicopatico è reale oppure no. Quindi, non sa cosa fare se piangere la perdita di una persona meravigliosa oppure se deve rallegrarsi perché è riuscito ad uscire da una relazione tossica. Questo dilemma dopo la relazione porta a due sentimenti contrastanti: un sentimento di tristezza alternato ad un sentimento di rabbia. Un sentimento di impotenza alternato ad un sentimento di disperazione e di abbandono. Queste montagne russe di emozioni portano ad un danno post relazione che rende difficile uscire. È necessaria una fase di elaborazione del dolore. È una sofferenza molto profonda perché non c’è nessuno dietro questa relazione. L’unica cosa reale è l’amore che la vittima proiettava sullo psicopatico. La vittima deve guarire da questo dolore.
Buona giornata!
Monica De Santis
Life Coach
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